Dal 21 Febbraio fino al 19 Marzo 2019, Hysteria Art Gallery apre le porte alla sua nuova mostra 

Dopo la produzione artistica tra sonorità hip hop, spray e collage dell’artista Gian Pietro Bombardelli e il percorso scultoreo tra il moderno e l’innovativo dei due artisti/scultori Daniele Basso e Giuliano Cataldo Giancotti, è ora il turno delle opere, intrinseche di colore, dell’artista Ciro Strino.

Una personale, anche questa volta diretta dalla curatrice Elisabetta Scantamburlo, dove linee, forme e colore si combinano in uno spazio astratto andando a creare immagini del tutto nuove e inedite, in grado di esprimersi in un linguaggio le cui regole fanno capo solo all’esperienza personale dell’artista che interpreta e traduce in forme che divengono tracce esistenziali del suo stare nel mondo.

Un avvicinarsi all’arte, da autodidatta, nata da una curiosità empirica verso la materia, un modo di investigare la sostanza artistica che vaglia a tratti la figura del chimico-alchimista, nelle diversi fasi di lavorazione, come se di fronte a quello spazio oscuro ed ignoto, egli potesse scorgervi figure e leggi andando a costituire il cromatismo energico del suo lavoro.

Molteplici sono le tecniche, così come numerosi sono i materiali usati dall’artista: olio, pastelli, china, matita, aerografo, marmo, colla, chiodi, tutti strumenti di un’indagine che usa l’intrinseca qualità della materia stessa per concretizzare una visione onirica dell’arte.

Uno stile prevalentemente surrealista, anche se non abbandona la ricerca classica sui più grandi maestri della storia dell’arte internazionale, dove gli elementi compositi dei suoi lavori (segni, simboli e figure), accostati in apparente dissonanza, rimandano ad un pensiero ben chiaro e dominante nella testa dell’artista: la gioia e l’energia del cromatismo inteso come tendenza ad usare i colori in base alle loro qualità intrinseche.

L’uso inoltre di numerose tecniche, così come numerosi sono i materiali usati dall’artista (olio, pastelli, china, matita, aerografo, marmo, colla, chiodi), sono tutti strumenti di un’indagine che usa l’intrinseca qualità della materia stessa per concretizzare una visione onirica dell’arte.

Dal 2015 il suo lavoro muta verso uno studio che lo porta a ricercare con maggiore intensità la vitalità e la purezza del colore fino a portarlo a concepire composizioni dove non vi è più riferimento al dato reale. Una tappa dovuta del suo percorso e fortemente ricercata.

 

INFO/PHOTO COURTESY: Hysteria Art Gallery

Chiara Mattavelli